mercoledì 31 marzo 2010

di corsa ma non troppo

la mia mente balorda ha scelto beirut forse con un unico scopo reale. correre sul lungomare.
devo dire: ottima scelta.
quel tipo di cose che ti dici che avresti dovuto fare da subito, maldicendo il tempo perso.

correre in sè mette le idee a posto. correre a beirut è scomodo per i polmoni - più salutare fumare. correre sul lungomare è bello.

è il contrario di napoli. geometricamente, intendo. dal concavo del golfo si passa al convesso del capo. è bello inseguire il sole che cala, grande, dietro la curva, all'altezza del faro. la costa che si defila verso nord comincia a puntellarsi di luci serenamente nitide. l'aria ancora fresca fa già promesse di tepore.

martedì 30 marzo 2010

pigro orientalismo

stasera sono pigro.
lascio agli analisti l'ingrato compito di commentare li v(u)oto. da parte mia, cari miei, vi distrarrò con un breve sfogo pseudo-orientalista.

bello qua. la cosa più bella è che si sta tranquilli. questo è il vantaggio, indubbiamente. ma anche il problema.
certo non mi aspetto che il mondo arabo continui a vivere in tende di lana e scorrazzi il sabato sera a dorso di cammello, che ballino dhabke come ossessi e pratichino ancora il delitto d'onore.

lunedì 29 marzo 2010

meglio il caffè

giornata lunga. a coronamento di un week end di lavoro. giustamente le mie prime interviste le faccio in arabo, mica in italiano. comunque, è andata. imparo lungo il cammino. la prima fila bene, bella chiacchierata. la seconda più ostica, venuta fuori all'ultimo minuto. alla fine, contento e stanco, me torno a casa. niente internet. mi stendo un po'.
mi risveglio con internet e le proiezioni delle elezioni. provo a capirci qualcosa. non mi piace. ho un leggero malditesta e manca il caffè.
esco, forse riprendo questo argomento.. inshallah

sabato 27 marzo 2010

voglia di fumare

anche stasera faccio il bravo. diciamo. peccato, però. aver smesso di fumare quando la sigaretta in bocca darebbe quel tocco che ci vuole allo zonzo serale. dovrò rivedere il mio salutismo?
intanto ho deciso che.
1 oggi ho cazzeggiato abbastanza (produttivo solo per 6-7 ore in tutto)
2 pensavo di andare al barometre - posto definito "da giovani dei centri sociali" (sic!) - ma alla fine ho già camminato abbastanza e il taxi di sabato no.
3 stasera nessuna fa niente, domani cena con i conventuali (quelli laici, che l'abitano insieme a me), quindi meglio fare i previdenti e portarsi avanti con il lavoro.

mercoledì 24 marzo 2010

ma poi

ma poi.

come al buio, gli occhi si adattano. e si comincia a vedere più in là. dopo due settimane sento che comincio ad ingranare, la città si svela.
ha ragione chiara, della cooperazione italiana. alla fine ti resta dentro.

la vita di una città non è qualcosa da contemplare dal di fuori. altamente raccomandabile avere uno scopo, un obiettivo.
ed è correndo dietro alla mia ricerca che mi incontro con beirut. anche nelle sue svolte inaspettate.

martedì 23 marzo 2010

pragmatico - prima impressione

pragmatico

ero partito lancia in resta con l'intenzione di svelare e raccontare beirut, vedere realizzarsi la mia storia di amore geografico alimentata al chiuso di una stanza.
è il caso di dire: adoro i piani ben riusciti..

comincio in medias res. sono a beirut da ormai due settimane, confusamente dense. il mio piano del tipo "resto almeno sei mesi, se non tutta la vita" è naufragato da subito: partirò tra qualche settimana.
la scintilla non è scoccata? forse. le aspettative erano tante, l'organizzazione poca. cercavo la capitale culturale del mondo arabo, con i suoi editori, il dibattito e l'attività culturale, all'ombra di una società -quasi- disinibita.

domenica 21 marzo 2010

numero zero

come prima cosa, tenterò di dare un'introduzione a questo blog. non è solo il mio diario di bordo, con quel misto di autoterapia e di voglia di raccontarsi. è anche un modo di seguire le cose, le tematiche che mi interessano. cercando il coinvolgimento, la discussione.

sono arabista. mi occupo del mondo arabo, e non solo. per me questo vuol dire occuparsi del lato "b" del mondo e della vita. del silenzioso. del diverso. del minore. dell'invisibile.

per questo disorientabile. perché ancora credo di non aver capito. ancora cerco di capire.
disorientabile non vuol dire non sapere dove stare, o non riuscire a stare bene in nessun luogo.
vuol dire voler arrivare in tutti i luoghi che si riesce, senza un piano preciso. accettare di mettersi in discussione, fino alle più radicali convinzioni.

seguirò solo un principio: la passione.

ma ken walu kher men el-amour
(non c'è niente di meglio dell'amore - sheikh sidi bemol)
 
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