domenica 26 febbraio 2012

asciugare le ossa

l'odore del sole sulla pelle. forse è la cosa più vecchia nella sua memoria. gli piace. vorrebbe che restasse così. un ponte con la sua infanzia, forse più lontano, con una gioia primordiale, leggera. è un odore asciutto (come si descrivono gli odori?) con qualche venatura dolce. si passa le mani sotto il naso, inalando avidamente. dopo la prima sensazione esplode nelle narici, imprevedibile ma compatto come un cristallo di neve. sale e fiori. nettare e deserto. finalmente una giornata che non piove. Kebda si infliltra nel brulichio della vita che si riversa nelle strade. tante cose che vorrebbe fare oggi che ha perso il filo. galleggia e si lascia trasportare dalla corrente.

venerdì 10 febbraio 2012

revolution marketing (rivoluzione 1 par de palle)


il mio progetto didattico prevede dosi massicce di televisione. io che non ce l'ho neanche in italia, qua l'ho comprata. 270 ghinee. 35 euro, tipo. e ne vado fiero. indispensabile strumento di pratica linguistica. poi, riempie il silenzio della casa. e mi mancava anche un po', devo dire.
però non ho ancora installato la parabolica (il fatto è in progress), pertanto mi sorbisco i canali nazionali in analogico, due di informazione e cose generaliste, uno di cinema (altri non li prendo). la ricezione è pessima, devo scegliere tra audio buono e bianco e nero, oppure colore e rumore. il bianco e nero non è male.
il problema è che sono tutti canali della tv di stato. io guardo di più quello dei film, i falsi dibattiti non li seguo neanche in italiano. stranamente non c'è pubblicità. tranne una, e qua vengo al punto.
questa rivoluzione, io quasi non la sopporto più. il motivo principale sono le pubblicità che continuano a celebrare il primo anno dalla rivoluzione. con tanto di logo fisso all'angolo basso sinistro, come a natale da noi.

mercoledì 8 febbraio 2012

lo zen e l'arte[teca] di fare/disfare le valigie


quando fare le valigie diventa un'operazione così leggera da sembrare automatica, istintiva, c'è da sentirsi sollevati. anche da riflettere, però. anzi, da di che pensare. compongo e scompongo la mia vita, e la scopro così pocket, tascabile, nonostante la sento piena, gonfia di aspettative, come non mi succedeva da tempo. mentre piego e insacco, o, viceversa, estraggo e ripongo i panni, mi sorprendo quasi ipnotizzato a soppesare questa insolubile contraddizione.
 
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