Ok ok, sono stato silenzioso per un po'. I soliti tantissimi e
importanti cambiamenti. Adrenalina, cultura e cazzate varie. Quindi
non vi annoierò.
Questa è una riflessione culturale e politica, un
po' di roba seria.
tenterò una piccola ricostruzione di un fatto complicato che ho
cominciato a seguire da pochissimo. Amr Ezzat, oltre che blogger, è
un avvocato egiziano e difende ALber Saber, da poco incarcerato per
aver offeso il presidente Mursi (se non sbaglio) sul suo FB,
ovviamente l'apostasia è il reato contestato. Sto seguendo
attraverso il suo profilo l'andamento della vicenda. L'ultimo post fa
riferimento al processo intentato contro un tale (notizia vecchiotta)
che bruciò una copia inglese del vangelo.
Amr Ezzat sostiene, insieme all'Iniziativa Egiziana per i Diritti Personali, che tali accuse sono anticostituzionali e vanno contro la libertà di espressione. una delle principali libertà democratiche, alla base dello statuto personale (mi perdonino e correggano volentieri coloro che conoscono il diritto). lo statuto personale è il problema numero uno nei vari stati teocratici (israele, iran) e gli altri i cui gruppi al potere utilizzano la religione come fonte di autorità legale e politica (come è l'egitto, ma anche l'italia tuttosommato; mentre nel libano "multiconfessionale" la faccenda è ancora un problema).
Amr Ezzat sostiene, insieme all'Iniziativa Egiziana per i Diritti Personali, che tali accuse sono anticostituzionali e vanno contro la libertà di espressione. una delle principali libertà democratiche, alla base dello statuto personale (mi perdonino e correggano volentieri coloro che conoscono il diritto). lo statuto personale è il problema numero uno nei vari stati teocratici (israele, iran) e gli altri i cui gruppi al potere utilizzano la religione come fonte di autorità legale e politica (come è l'egitto, ma anche l'italia tuttosommato; mentre nel libano "multiconfessionale" la faccenda è ancora un problema).
i giornali italiani non ne hanno parlato. figuriamoci! Sono impegnati
a leggere le lettere di lavitola e sprecare parole sul caso sallusti
(senza neanche dire la verità, tra l'altro). neanche quelli egiziani
danno al fatto ampia copertura, ma confesso che li sto seguendo
sporadicamente.
però il filmino osceno anti islam ha scatenato il suo bel vespaio,
con le carneficine del caso. E qua vengo al dunque: io credo che
andrebbe letto proprio nel contesto dei cambiamenti politici
nell'area, e nell'azione politica profonda e più invisibile che
hanno i partiti islamici che hanno raccolto la messe della primavera
araba. questi stanno discutendo un po' dappertutto le costituzioni
nazionali e i fondamenti della democrazia. Non si tratta di piegare
la costituzione ad un'interpretazione islamistica in tutto e per
tutto (in egitto l'islamizzazione fu già approvata a furor di
referendum negli anni '90 – mossa politica di mubarak, nonno di
ruby). tra l'altro non credo che funzionerebbe un granché, nel senso
che una via salafita non gioverebbe molto neanche al capitalismo
internazionale – il vero azionista, ahimè, della primavera araba
–.
Quello che credo vogliono fare lorsignori, cioè il freedom and
justice party in egitto, come il partito islamista al governo in
tunisia, tra i tanti, è di modificare le regole del gioco
democratico (quello che, una volta ripristinato, li aveva portati al
potere tramite elezioni) in modo che chi non è loro semplicemente
non possa più arrivare al potere. Un lavoro del genere viene fatto
su due fronti principali. Il primo è cambiare le regole di divisione
del potere, vecchia abitudine dei dittatori, come sta avvenendo in
egitto, facendo leva sul concetto di mandato popolare, una volta che
si è stati eletti (hanno studiato da forzaitalia?). Il secondo
fronte, più subdolo è proprio lo statuto personale. Il principale
diritto della persona è la libertà di espressione, che viene
colpita (quindi la cultura e l'istruzione) e rendendola soggetta alla
riprovazione dell'autorità religiosa, secondo il principio che la
comunità – religiosa ovviamente – ha la precedenza sul singolo.
In parole povere stanno preparando la strada per stati moderni e
ignoranti, vittime di lavaggio del cervello. Allora cosa meglio di un
filmino idiota per scaldare gli animi e rinfrancare i giusti? E
punire gli anarchici e gli apostati? Tutti s'incazzano,
s'infervorano, in nome della religione, che viene offesa e deturpata,
allora è giusto difenderla. Soprattutto quando di lì a poco verrà
usata come giogo da mettere al collo di tutta la nazione Diciamocela
tutta, tra l'altro: che le cose vadano a puttane nel mondo arabo, fa
bene ai loro nuovi usurpatori come a noi occidentali (che in fatto di
libertà di espressione e di statuto personale, dovremmo ripetere lezioni vecchie di duecento anni). Ma, in fondo, vuoi mettere?
Garantirsi l'appoggio incondizionato di governi in odore di
democrazia, che ti regalano nazioni intere con tutte le loro risorse?
Allora concediamoci un po' di sana dietrologia: io credo che il filmino contro maometto
possono averlo commissionato e pagato i sauditi e le monarchie del golfo in persona. sono i
sostenitori dei partiti islamici sunniti in tutto mondo arabo, quelli
che si sono comprati il libano e l'egitto, oltre a qualche squadra di
calcio europea). Quelli che ci guadagnano a mantenere il livello
della discussione basso, sul tipo scontro di civiltà (a cui quel
manifesto degli israeliani diffuso in USA ha dato un'altra bella
spinta). Mentre sul tema dei diritti umani tutti glissano e se ne
infischiano (se attacco, non la smetto più).
Il fatto che nel nostro liberissimo occidente, poi, non si faccia che
dare corda a ragionamenti del genere, fa capire chi sia il socio
numero uno dei bastardi che stanno rovinando il mondo arabo. il problema diventa difendere la libertà di credo, dicendo chi può parlare o chi no.
ignorando che le comunità diversi in europa, per esempio, hanno un maggiore bisogno di leggi eque e di integrazione che di costruirsi a piacimento leggi inguiste che li rassomiglino un po'. ingorando che l'obiezione di coscienza va praticata in positivo, consentendo scelte invece di negarle (e che un giornalista che viene punito per aver commesso un reato, come sallusti che ha scritto o avallato notizie offensive e ingiuste, non è un problema di libertà di opinione, se non nell'uso improprio della stessa libertà).
il problema non è la religione in sé, che a me personalmente (e sono piu o meno credente), sta profondamente sul cazzo. sinceramente, ognuno faccia in merito quello che gli pare, basta che non mi offenda o non mi limiti la libertà altrui.
il problema è quando il potere si allea con altri poteri per togliere la libertà all'individuo, e mettere uno contro l'altro. e chissà perché, l'offesa alla religione è storicamente la scusa numero uno per mettere i liberi pensatori a tacere...
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