martedì 4 dicembre 2012

primarie, parlamentarie, (v)otarie, parlarie e parlesie


rompere le palle sulle primarie è sempre tonificante. purtroppo durante le primarie del PD avevo da fare, non so, non c'ero, se c'ero dormivo... comunque sono contento che ha vinto bersani, e chi non beve con me peste lo colga (metaforicamente e scherzosamente)...
passiamo ora ai veri paladini della democrazia e del progresso: il M5S. il mio virgilio è nanni moretti, non per la sua attività politica (avvizzita e dscutibile) ma per il suo guisto refrain "le parole sono importanti... chi parla male vive male". e se lo prende anche a quel servizio, alle volte.

domenica 18 novembre 2012

gaza e non solo: la ragione oltre al cuore

sull'ultimo attacco israeliano su gaza si dice tanto, spesso in maniera superifciale e confusa. non è giusto, visto che la gente là semplicemente muore. e non solo là, ma in tutta l'area. in un po' di tempo libero ho tradotto/riassunto questo articolo, uscito su al-Quds al-arabi (giornale arabo filopalestinese di base a lodra) il 16 novembre. l'autore è Ezzat el-Kamhawi, giornalista e scrittore egiziano (tra i vari lavori ha scritto un libro sull'immigrazione verso l'italia e l'europa, La vergogna tra le due sponde, eccone una recensione).
questo articolo dice cose che mi passavano per la testa in questi giorni, che credo vadano considerate. spero sollevi domande quanto dia risposte.


Non comprendiamo più quel che non sopportiamo

Quello che succede in Palestina fin dal '48 è indubbiamente doloroso. Adesso, per di più, è un rompicapo, che va osservato in relazione a quello che sta succedendo nell'intera area.
Questo vale in misura maggiore per i regimi post-primavera, dalla posizione difficile e di difesa in cui si trovano. L'occidente, dopo un attimo di esitazione, ha contribuito ad azzerare le loro conquiste.
Né le sezioni in cui gli schermi dei canali di news arabe sono divisi aiutano a capire.
Ieri (il 15) la tv era divisa tra Idlib, Gaza, il Cairo e Amman.
Un aereo che bombarda una città: potrebbe essere israeliano, invece è siriano. Mentre c'è chi ancora si sforza di credere che colpire Assad significhi colpire lo spirito dell'opposizione araba, venerdì scorso migliaia di siriani manifestavano contro la brutalità di Assad e di Netyanahu insieme.
Nel riquadro di Gaza, l'aeronautica israeliana colpisce con maggior selettività, mietendo meno vittime. Non perché Netanyahu sia più etico, ma è legato alla specificità di questo conflitto, che contempla, in primo luogo, imminenti elezioni.
I missili diretti in Egitto (non provati, né qualcuno l'ha fatto notare nei vari dibatti TV) chiamano in causa il fratello musulmano Morsi più che Ramallah. Perché basare il progetto della resistenza all'occupazione sulla religione invece che su prerogative nazionali? Questo non legittima automaticamente la rivendicazione sionista alla base della fondazione di Israele? La divisione tra Gaza e ANP non è una questione nazionale e non religiosa? Non offre ad Israele la giustificazione di non avere interlocutori?
Inoltre per il mondo occidentale, Gaza è ormai assimilata al terrorismo islamico, tutti i suoi cittadini sono considerati coinvolti con Hamas, indipendentemente dalle loro singole opinioni e azioni.
Il riquadro egiziano. L'espulsione dell'ambasciatore Israeliano risponde certo al clima delle piazze egiziane. In effetti risponde alla sopravvivenza del governo attuale, visto che la questione palestinese ha unito tutti gli egiziani in questi giorni. Oltre all'espulsione e un breve discorso a Gaza, cos'altro può fare Morsi? Gli ikhwan non hanno messo l'Egitto in grado di aiutare sé stesso, tanto meno possono aiutare i loro stati amici. Il compito del presidente egiziano dovrebbe essere la riunificazione della Palestina, non propendere per Gaza come Mubarak si era schierato per l'ANP. E dopo di ciò dovrebbe essere in grado di fermare gli attacchi israeliani, e sfidare gli americani. Ma è troppo debole, ha riserve economiche troppo insignificanti per imporsi.
La tessera giordana, aiuterà a capire la situazione? L'aspirazione del popolo giordano alla giustizia sociale e alla libertà valgono quanto quelle di ogni altro popolo. Ma l'attacco al governo e l'insorgere degli Ikhwan giordani non promette bene. Non avremo profughi di una sola nazione se andassero male le cose. Oltre ai giordani avremo palestinesi, iracheni ed egiziani (che non troverebbero lavoro nell'Egitto post-indipendenza).
Lo schermo arabo, con i suoi riquadri, è forse più di quanto si possa sopportare o comprendere. Forse lo schermo intero occidentale offre di più alla contemplazione. Le trasmissioni in Israele mostrano alla coscienza occidentale la paura dei missili, più che i loro effetti, e le lacrime delle famiglie dei tre caduti, mentre celano famiglie intere eliminate in Siria e Gaza. Ciò non vuol dire che la televisione occidentale stia cantando la messa per Israele, ma la verità è che ha viziato i suoi spettatori con un'immagine stereotipata e retriva della politica araba.

domenica 30 settembre 2012

che fine ha fatto la libertà personale?


 Ok ok, sono stato silenzioso per un po'. I soliti tantissimi e importanti cambiamenti. Adrenalina, cultura e cazzate varie. Quindi non vi annoierò. 
Questa è una riflessione culturale e politica, un po' di roba seria.
tenterò una piccola ricostruzione di un fatto complicato che ho cominciato a seguire da pochissimo. Amr Ezzat, oltre che blogger, è un avvocato egiziano e difende ALber Saber, da poco incarcerato per aver offeso il presidente Mursi (se non sbaglio) sul suo FB, ovviamente l'apostasia è il reato contestato. Sto seguendo attraverso il suo profilo l'andamento della vicenda. L'ultimo post fa riferimento al processo intentato contro un tale (notizia vecchiotta) che bruciò una copia inglese del vangelo.

domenica 6 maggio 2012

Domenica: panem et circenses

Riassumo una cronaca latina di uno spettacolo di gladiatori.
Hic Pompei. Nonstante i pronostici sfavorevoli il malconcio leone ha avuto la meglio. Con un morso alle chiappe ha buttato a terra il galdiatore per sfinirlo. Questi, avendo poco da obiettare se non per la fine così ingloriosa ha consacrato le ultime parole ad insultare, piuttosto puerilmente, la bestia. Il pubblico inferocito, dimentico che anche per il leone trattavasi di sopravvivenza, ha riversato aspre critiche contro gli altri gladiatori e contro l'allenatore Spartaco.
L'Imperatore: "sono contento uguale, va benissimo un pubblico incazzato finchè si dimenticano le tasse che aumento, le torture e le altre nefandezze che commino".
Spartaco, esonerato sul momento, alla stampa ha solo dichiarato: "vedrete".
Sappiamo come è andata a finire.

domenica 22 aprile 2012

il grado zero del caffè


qahwat al-bursah al-tugariyyah è l'ufficio serale di ale. ci va quando chiude il primo, quella supermoderna biblioteca alessandrina, tanto malmessa da far violenza all'epiteto storico di cui abusa (a causa dell'incompetenza del politicante fedele a mubarak che finge da direttore speciale plenipotenziario - grand.bastard.figl.diputt.).
ci andiamo insieme, ale ed io. a starcene da solo. mentre io guardo e assaporo la vita, quello sfigato (nel senso ministeriale del termine) di ale ci va a riflettere, a finire di verbalizzare le sue doverose elucubrazioni accademiche. a quanto mi suggeriscono i suoi sensi l'atmosfera è proficua: il vocio sommesso, il tintinnio di tazzine e bicchieri, lo sbattere di tessere di domino o di tawlah riescono a concentrarlo. molto più del baccagliare dei giovani utenti della biblioteca, che la trasformano in uno zoo.

giovedì 12 aprile 2012

dalla memoria skype del fratello di rimbaud


[21:10:52] mio fratello: ho fatto riso e piselli/che non sa di niente
[21:10:56] mio fratello: questi tunisini/si mangiano solo kebab
[21:11:12] mio fratello: per questo poi le ragazze sono secche/come chiodi
[21:11:20] mio fratello: perché non mangiano
[21:11:29] mio fratello:  o diventano a forma di kebab
[21:11:48] mio fratello: poi impongono il velo/non per gelosia, ma per scuorno
[21:12:30] mio fratello: 'na vota ca mugliert' s'è fatt'o' cess'/l'e' sulo cummiglià

mavafacchiu (mah-vah-fuck-you)


leggo sul sole 24 ore, che ormai è diventato una testata mutante, a volte più controcorrente di una repubblica che sembra essere finita in mani occulte quanto sbagliate, e un corriere che si appresta a rifarsi il look da chierichetto. Che il politecnico di milano, vuole passare a fare tutti i corsi in inglese dal 2014. Ebbene. Sono degli imbecilli. Degli incapaci. Dei criminali. Secondo me (giusto, avvocato?). per un bel po' di ragioni.

domenica 25 marzo 2012

uomini, topi e domeniche


la domenica qua mi manca la domenica. non aiuta il fatto che qua sarebbe lavorativa, neanche il fatto che sono due anni che dedico buona parte del fine settimana a smaltire il mio carico di lavoro. sarà complice internet, che mi esplode per kilometri e mi riporta al cospetto del mare di pratiche e rituali domenicali di amici, conoscenti, ma anche sconosciuti, più o meno compatrioti. sarà anche che sono ritornato l'altro giorno e sono ancora caldo della mia donna. sarà anche che non ho voglia di lavorare, vista l'aria che tira...

giovedì 8 marzo 2012

8/3 visione ludico-buddo-pacifista-queer


mentre alessando è al caffè, curvo sul tavolino tutto intento a scrivere la sua robaccia, io mi annoio e guardo intorno...
è così che ho avuto la mia visione per la festa della donna.
niente uomini al guinzaglio, o sottoposti ad una annuale corvée di falso rispetto, imposto per convivnenza civile e bigiamente dissimulato. neanche torme di donne in libera uscita che infilano banconote negli slip di spogliarellisti che sbocciano da improbabili costumi, con i loro addominali tanto piatti da appare irrealistici, irrealizabbili.
niente storie di veli, barbe, religioni andate ad aceto e patriarchi uterini. sono noiose, ripetitive fino a sembrare false (il potere è nel discorso in sè, non nell'oggetto del discorso - ma oggi non ho voglia di dilungarmi sull'argomento).
è andata semplicemente così:

martedì 6 marzo 2012

senza la cucina di mammà...

oggi all'università. per l'incontro settimanale con quel gentilissimo ed entusiasta (nonostante tutto) professore con cui mi occupo di (quasi) tutt'altro rispetto a quello che dovrei fare in realtà. cose che capitano quando si ha bisogno di soldi...

domenica 4 marzo 2012

memoria: correre


mi ricordo esattamente perchè avevo cominciato a correre. non avevo ancora smesso di fumare, al momento non mi importava un granché.
ad un certo punto mi ero reso conto, non so neache bene come, che c'era qualcosa che mi impediva di uscire dal pozzo che mi ero scavato intorno. mi riempivo di rancore, a furia di guardare gli altri che se ne erano andati avanti per i fatti loro. e io che cercavo di capire come diavolo facessero, mentre non facevo altro che annaspare, con la cieca ostinazione del mulo, ma senza la sua imperscrutabile saggezza.
il punto debole erano le gambe. la fatica. non ne potevo più di contenermi, per paura di non farcela, che non avrei saltato il salto, o tenuto il ritmo. per paura che mi facesse male. che mi venisse detto ancora che ero sbagliato, di ripetermelo una volta di più.

sabato 3 marzo 2012

tav. guardata da sotto.


primo: la repressione mi fa schifo. quando si picchia chi protesta, indipendemente dalla condivisibilità delle loro opinioni, qualcosa non va. e si intravede la volontà di non farla andare.

ora: dall'egitto seguo la vicenda NOTAV, principalmente su facebook, ho letto pochi articoli. c'è qualcosa che mi rende perplesso. che non capisco. più che una nota è una richiesta: aiutatemi a capire.

giovedì 1 marzo 2012

davvero profondo, il mare


con la forza di un pugno chiuso e di un sorriso/
corri insieme agli altri a cercare il tuo futuro/
che adesso è proprio tuo/

domenica 26 febbraio 2012

asciugare le ossa

l'odore del sole sulla pelle. forse è la cosa più vecchia nella sua memoria. gli piace. vorrebbe che restasse così. un ponte con la sua infanzia, forse più lontano, con una gioia primordiale, leggera. è un odore asciutto (come si descrivono gli odori?) con qualche venatura dolce. si passa le mani sotto il naso, inalando avidamente. dopo la prima sensazione esplode nelle narici, imprevedibile ma compatto come un cristallo di neve. sale e fiori. nettare e deserto. finalmente una giornata che non piove. Kebda si infliltra nel brulichio della vita che si riversa nelle strade. tante cose che vorrebbe fare oggi che ha perso il filo. galleggia e si lascia trasportare dalla corrente.

venerdì 10 febbraio 2012

revolution marketing (rivoluzione 1 par de palle)


il mio progetto didattico prevede dosi massicce di televisione. io che non ce l'ho neanche in italia, qua l'ho comprata. 270 ghinee. 35 euro, tipo. e ne vado fiero. indispensabile strumento di pratica linguistica. poi, riempie il silenzio della casa. e mi mancava anche un po', devo dire.
però non ho ancora installato la parabolica (il fatto è in progress), pertanto mi sorbisco i canali nazionali in analogico, due di informazione e cose generaliste, uno di cinema (altri non li prendo). la ricezione è pessima, devo scegliere tra audio buono e bianco e nero, oppure colore e rumore. il bianco e nero non è male.
il problema è che sono tutti canali della tv di stato. io guardo di più quello dei film, i falsi dibattiti non li seguo neanche in italiano. stranamente non c'è pubblicità. tranne una, e qua vengo al punto.
questa rivoluzione, io quasi non la sopporto più. il motivo principale sono le pubblicità che continuano a celebrare il primo anno dalla rivoluzione. con tanto di logo fisso all'angolo basso sinistro, come a natale da noi.

mercoledì 8 febbraio 2012

lo zen e l'arte[teca] di fare/disfare le valigie


quando fare le valigie diventa un'operazione così leggera da sembrare automatica, istintiva, c'è da sentirsi sollevati. anche da riflettere, però. anzi, da di che pensare. compongo e scompongo la mia vita, e la scopro così pocket, tascabile, nonostante la sento piena, gonfia di aspettative, come non mi succedeva da tempo. mentre piego e insacco, o, viceversa, estraggo e ripongo i panni, mi sorprendo quasi ipnotizzato a soppesare questa insolubile contraddizione.

lunedì 23 gennaio 2012

iskandarani. kebda iskandarani

sono kebda. che in arabo vuol dire fegato. kebda iskandarani. fegato all'alessandrina. che è una buona ricetta.
il mio compito è fare quello che disorientabile non riesce a fare. raccontare questa città. sono la sua personalità autodiegetica dissociata. infatti, da perfetto automa, lo illudo che la mia funzione non è altro che assolvere alla missione assegnatami. in realtà covo il germe dell'autonomia, dell'indipendenza. da quando ho iniziato ad esistere.

sabato 14 gennaio 2012

non viaggiare, tornare


è da un po' che ho smesso di viaggiare. non faccio altro che ritornare. un ritornare cronico.

viaggiare presuppone un movimento continuo, un flusso. si attraversano i posti senza mai mettere radici, senza il tempo di restarne coinvolti, invischiati. la mente del viaggiatore è calibrata in modo peculiare. il suo spirito di osservazione è sintonizzato sulla novità, sulla comparazione continua tra le differenze. il viaggiatore è ingordo di esotico. ma resta sempre se stesso. attraversa luoghi altri, si mischia a gente mai conosciuta nè immaginata prima, senza macchiarsi. come impronte sull'acqua.
il suo è un amore traditore, leggero come il bagaglio. una passione la cui intensità è pari alla velocità con cui già si è allontanato, per andare incontro al prossimo oggetto del desiderio. un amore egoista che non vuole essere ricambiato, perenne ricerca di un altro luogo remoto, di altre vite indifferenti. da guardare come in un acquario. o da contemplare di spalle, e assicurare a contenitori a prova di fuga, memorie sigillate: foto, diari, racconti.
 
Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.