lunedì 26 aprile 2010

all'anima del commercio 1: prodromi e giorno uno

è stata tutta colpa del caso, beffardo. capita come sempre capita in Italia. amico chiede ad amico se ha un amico per fare un lavoro. quindi il lavoro c'è. io sono l'amico che lo fa. mi arriva la telefonata appena scendo dal treno a napoli, pronto a riprendere possesso dei miei beni terreni. sembra un film. grazie. culo.



si tratta di vendere, in soldoni. quando ti offrono un lavoro che hai qualche minima possibilità di fare, si tratta sempre di vendere. non è un gioco da ragazzi, ma si può fare. pagano bene, a quanto pare. hanno pure fretta. si fanno pochi problemi.
la macchina organizzativa è leggera, rapida, fulminante. due telefonate, due incontri, e sono assunto. ho spedito lo stesso cv varie volte. il mio cv è discendente di una generazione di cv redatti con immane sforzo e concentrazione. darla a bere rimanendo realisti, ancorati alla realtà infiammare la fantasia del recruiter. il tutto fatto in varie lingue, a seconda dell'occasione. non credo che qualcuno si sia preso la briga di leggerlo. forse lo usano per il voodoo. avrei dovuto allegare un capello.

non sono ritornato in italia che da una settimana. il risultato: vengo pagato per vendere massaggi, cenette e cocktails, mentre le cose 'serie e degne', le impegnative attiità cul.turali, le faccio gratis.
bene. eccomi così intruso nel mondo del marketing. scienza? magia? superstizione?
abbiamo una idea da vendere. a quanto pare si vende facile. per tutta la settimana scorsa non hanno fatto che ripetermela.
lezione numero uno: qualsiasi cosa, ripetuta abbastanza comincia a diventare convincente.
marketing.

giorno uno

appena finito.
un primo round. preso le misure del campo. o meglio cominciato a farlo. provo i passi, cerco i contatti tra gli amici.
ecco, non lo avevo mai fatto. intendo questo talking business con gli amici. mi è sembrato a tratti come una mancanza di rispetto. sono un conservatore, lo confesso. conservo un'idea anacronisticamente elettiva delle amicizie. io separo le due cose. però non è male coinvolgerli. tanto alla fine mica gli sto vendendo niente, a loro. alla fine mica sto vendendo niente.
potrei chiedermi che diavolo ci faccio qua..

ma non lo faccio. non ho neanche finito di raccontare la giornata.
ho un libro da finire di leggere, farne una scheda editoriale per proporne la traduzione. gratis, logicamente. uno dei sogni della mia vita.
mi accontento di poco.
buonanotte

2 commenti:

  1. buco del culo del tuo super-ego27 aprile 2010 alle ore 22:02

    bravo coglione. dormi e pensa all'arte. tanto ci sono io che mi occupo del resto.

    finalmente esco dal letargo. sono il realista. il cinico. quello che sta sul cazzo ma poi alla fine gliela danno. mica quel coglione di intellettuale che se ne è andato a spasso per il medio oriente e trova il tempo di ammorbarvi con le sue pippe mentali.

    la ruota adesso gira a mio favore. e si fa a modo mio. il caso l'ha voluto? non mi frega. fatto sta che ora il caro alessandro si trova costretto a farsi una bella pera di realismo.

    povero ingenuo! con la sua vocina delicata, le sue moderate argomentazioni..
    manco un giono sei durato così. coglione!

    davvero ti aspettavi che il semplice fatto di lavorare insieme, in una compagnia nuova in startup, implicasse una totale chiarezza limpidezza e fiducia?
    campa cavallo..

    te lo dico io come stanno le cose. la passione è roba da fessi. quando vedi uno sguardo illuminarsi, cercare il successo, non hai davanti qualcuno con cui condividere anche temporaneamente una meta. davvero credi che la cosa più logica per raggiungere il successo in qualsiasi attività sia collaborare con il prossimo, condividendo forze e debolezze?

    ora ti stupisci che i nodi già vengono al pettine, eh? essì, che mondo cattivo, di merda. bravo stronzo, almeno ti sei svegliato.
    eh no, non ti avevano detto mica che non hanno assolutamente idea chi chiamare e dove. logico. tu dovevi credere nella favola. chi ti assume ti fa un favore, ti piscia nel bicchiere tu ringrazi e bevi. e come un cagnolino ti sbatti per cercare la loro approvazione. bravo soldatino, chiama il sergente. e poi la mamma.

    e ti stupisce anche che li tuo collega ti caca in mano, con la sua erre moscia? mio dio, sei incredibile. ti darei un premio. purtroppo caro mio il premio all'ingenuità è un calcio nelle palle, e quelle sarebbero anche mie. sei un avversario per lui, sente a naso anche che potresti (attento al condizionale) essere più furbo, giovane. magari anche gli rubi la donna, che ne sa. e ti odia. default.
    certa gente è cresciuta come cani da cancello. diffidenti e piscioni. che, non lo sapevi?

    mi viene da ridere solamente al pensiero che ti abbiano assunto.. manco un testimone di geova, cristo.

    sai che ti dico. ora basta. tu riposati, gioca con i libri, le bambole o quello che ti pare. scrivi poesie d'amore o reportage. ora ci penso io qua. che altrimenti facciamo una figuraccia, e poi i soldini a casa come li porti sennò.

    ci penso io, a fare le relazioni, a non dire la verità e tutto quanto. non sei in grado.
    ora ti fotti e tocca a me.

    saluti e baci,

    il buco del culo del tuo super-ego

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  2. nn farti così male

    mi fa paura il buco del culo del tuo super-ego

    cazzo duro

    RispondiElimina

 
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